L’altra faccia di Ibiza a cura di Amalia Gravante

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“L’altra faccia di Ibiza”
a cura di Amalia Gravante

Solitamente questa isola lega il suo nome alla vita notturna e al divertimento ma basta un pizzico di curiosità in più ed una passeggiata serale nel centro per rendersi conto della storia che abbraccia la isla blanca, e per scoprire che c’è un risvolto affascinante, ovvero quello legato alle sue origini e ad i primi insediamenti fenici.

Ibiza è  stata per anni un importante crocevia per naviganti e commercianti e dal 1999 fa parte del Patrimonio dell’Umanità. Il centro storico di Ibiza è attorniato da mura romaniche che facevano parte di una fortificazione storica, nota come Dalt Vila o quartiere alto, che aveva 5 diverse porte d’accesso, dove il Portal de ses Taules è l’ingresso principale alla cinta muraria della città vecchia: questa è delimitata dai baluardi di Sant Joan e Santa Llúcia ed è sormontata dallo stemma della corona imperiale. Attraversata la porta, si accede al Patio de las Armas, un’area circondata da 10 arcate singolari dove si teneva il mercato hippie locale.

A poche centinaia di metri si trova la piazza di Nuestra Señora de las Nieves dove troviamo l’omonima cattedrale, dedicata alla patrona di Ibiza e Formentera, costruita nel secolo XII in stile gotico-catalano con elementi interni in stile barocco.
Altro elemento di questa affascinante isola è il Museo Archeologico della città che raccoglie diverse testimonianze della vita sull’isola al tempo della dominazione dei Cartaginesi.


Quella che vi presento oggi è la necropoli di Puig des Molins, cimitero di Ibiza.

Si trova a 500 m a ovest del Puig di Vila, dove i Fenici fondarono l’originario  nucleo della città  intorno alla fine del secolo VII a.C. In questo modo, come vuole la tradizione della religione delle città fenicie, il mondo dei vivi e quello dei morti erano vicini, divisi solo da uno spazio che in questo caso era rappresentato da un piccolo fondovalle. Il nome Puig des Molins deriverebbe  dalla presenza di mulini posizionati sulla sua cima e databili al XV secolo.

Questa area  era coperta da alberi da frutta, uliveti, di mandorli e fichi che secondo la tradizione venivano piantati nei punti di accesso delle tombe. Oggi, poiché i lavori agricoli sono stati interrotti, la vegetazione  nasconde  la maggior parte delle sepolture; di queste ne sono visibili solo 340, molte delle quali scavate nella roccia (ipogei), sepoltura presente anche nel modus di altri  popoli antichi.

Tuttavia, il numero reale delle tombe del sito è di 3000, senza contare altri tipi di sepoltura.  In epoca punica (dalla fine del VI secolo e alla fine del I secolo a.C), il cimitero registrerà una evidente crescita come risvolto  dello sviluppo  demografico della città; mentre in epoca romana (I e V secolo d.C.), l’area del cimitero si estese dalla parte bassa del puig des Molins verso Nord, fino a raggiungere la Avenida España.

Ph Amalia Gravante
Ph Amalia Gravante
Ph Amalia Gravante
Ph Amalia Gravante

 

Glossario:
Necròpoli: in archeologia, aggruppamento di sepolture di epoche precedenti al cristianesimo (per le sepolture cristiane si usa di preferenza il termine cimitero), che generalmente costituisce, per l’importanza che il culto dei morti e le credenze nell’oltretomba hanno avuto presso gli antichi, una miniera preziosa di documenti e di informazioni sulla religione e la vita delle varie civiltà del passato: n. egiziane, greche; la n. etrusca di Cerveteri. Per estens., si dice talora anche di un grande cimitero moderno: la n. di Staglieno, a Genova (Enciclopedia Treccani).
Ipogèo: agg. e s. m. [dal gr. ὑπόγειος o ὑπόγαιος agg., ὑπόγειον sost. (comp. di ὑπό «sotto» e γῆ «terra»); lat. hypogeum s. neutro]. – 1. agg. a. Sotterraneo: tempio i.; sepolcri ipogei. (Enciclopedia Treccani).

Sitografia di riferimento:
www.viaggioinspagna.it/baleari/ibiza-archeologia

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